La guerra del grano
L’Italia è il piu’ grande Paese di produzione di grano duro e di consumo di pasta, ma in una società in cui tutto sta cambiando, anche le materie prime di questo pregiato alimento stanno subendo modifiche a discapito della nostra salute e del nostro territorio. Sempre di piu’ le industrie italiane di pasta, ricorrono all’acquisto di grano estero, e ciò favorisce un continuo abbandono di terre e di produzione di grano nel nostro Paese.
Le differenze tra il grano di origine italiana e il grano estero sono molteplici. Il grano duro di origine italiana è essiccato al sole senza l’utilizzo di sostanze chimiche. Quello estero invece, prevede l’utilizzo del glifosato, che è un erbicida usato prima della raccolta per velocizzare l’essiccazione del grano. Il glifosato inoltre è una sostanza sospetta per essere interferente endocrino e cioè una sostanza che manda in tilt il normale assetto ormonale, per cui è implicato in una serie di patologie: dall’obesità al diabete, alla fertilità e problemi tiroidei.
Classificazione dell’OMS
L’Oms ha classificato il glifosato come probabile cancerogeno per l’uomo. L’Efsa invece, ha aumentato la % innocua per l’uso umano. Per queste sostanze non è possibile definire una quantità di tolleranza, in quanto un’assunzione costante cronica, non può assicurare una esclusione del danno, quindi l’ideale è evitarne o ridurne l’utilizzo. Altra grande differenza sta nel fatto che il grano proveniente dall’estero ha una percentuale di tre volte superiore di micotossine rispetto al grano duro italiano. Ciò è dovuto al fatto che nel grano proveniente dall’estero, questi microrganismi hanno tutto il tempo e l’umidità a disposizione per proliferare.
Il valore ammesso dalla Comunità Europea, tiene conto di una popolazione media Europea in cui c’è un consumo di pasta molto limitato a differenza della popolazione italiana, quindi per preservare la nostra salute dai rischi, sarebbe opportuno utilizzare grano di origine italiana che ne contiene meno. Per i pastai è importante che la semola abbia una grande quantità di glutine, in quanto questa proteina permette alla pasta di non scuocere. Spesso in alcune annate il grano italiano contiene meno proteine e da qui vi è la necessità di acquistare il grano all’estero. La maggiore concentrazione di glutine nella pasta, la rende meno digeribile e se c’è una infiammazione intestinale, è piu’ facile che si inneschi una sensibilità al glutine.
Conoscere la modalità di preparazione della pasta è fondamentale per la nostra salute. Dobbiamo leggere in etichetta: essiccazione lenta, metodo naturale, metodo delicato.
L’etichettatura della pasta in Italia a breve prevederà la provenienza del grano, in modo da permettere al consumatore di poter scegliere in maniera consapevole e magari valorizzare il proprio territorio.
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