Additivi alimentari

GLI ADDITIVI ALIMENTARI

Sono  definiti additivi alimentari, quelle sostanze prive di valore nutritivo e che si aggiungono nelle varie fasi delle lavorazioni degli alimenti, soprattutto per migliorarne la conservazione , l’aspetto e il gusto.  Parliamo quindi di cibi industriali, che spesso hanno uno scarso valore nutritivo, con elevata concentrazione calorica e povera presenza di nutrienti benefici. Per questo motivo, i cibi “spazzatura” come snack dolci e salati, patatine, merendine, dolciumi e biscotti confezionati danno una scarsa sazietà, in quanto hanno poche sostanze nutritive di cui il nostro organismo ha bisogno, che potremmo invece ricavare assumendo frutta e verdura fresca e di stagione, legumi e cereali integrali in chicco.

Gli additivi alimentari vengono classificati in base alla loro funzione e sono identificati da un numero e da una lettera, ma spesso vengono indicati con il loro nome. La sicurezza d’uso degli additivi alimentari è valutata sulla base di rigorosi protocolli tossicologici a vari livelli: internazionale, comunitario, nazionale.

Ne ricordiamo alcuni :

I coloranti alimentari che vengono classificati con le sigle che vanno da E100 fino ad E199, divisi in gruppi di 10 a partire dal giallo (da E110 a E119). Essi vengono utilizzati per rendere gli alimenti “più appetibili” e belli da vedere, quasi che il colore fosse indicatore di bontà e genuinità. Al contrario potrebbero essere impiegati proprio per mascherare una scarsa qualità del prodotto. Essi possono provocare iperattività nei bambini e insorgere deficit di attenzione (ADHD). I coloranti sono utilizzati in caramelle e dolciumi, snack, bibite gassate, prodotti per la colazione e non solo.

I Grassi idrogenati Possono essere contenuti in prodotti da forno, snack e surgelati sotto forma di burri e oli di vario tipo. Sono evitabili preferendo ai cibi confezionati alimenti preparati in casa con materie prime di ottima qualità, per la cui realizzazione e condimento sarebbe bene impiegare olio extravergine d’oliva o oli vegetali spremuti a freddo. I grassi idrogenati sono ritenuti responsabili dell’aumento del colesterolo LDL e della diminuzione dei livelli di colesterolo “buono” HDL.

Glutammato monosodico (E620) L’assunzione di glutammato monosodico è stata correlata all’insorgenza di disturbi quali mal di testa, squilibri ormonali, obesità, danni cerebrali ed aumento di peso. La sua presenza è facilmente riscontrabile nel dado da cucina confezionato, consultando la lista degli ingredienti. Il glutammato monosodico può essere inoltre parte degli ingredienti utilizzati per confezionare piatti pronti e snack salati, di cui sarebbe necessario imparare a fare a meno.

Aspartame (E951) E’ un dolcificante alimentare con sapore simile allo zucchero naturale. Il potere edulcolorante dell’aspartame è di 160-220 volte superiore al saccarioso, mentre l’apporto calorico è piu’ o meno equivalente, quindi bastano pochissime quantità di aspartame per dolcificare le bevande o i cibi. Una volta ingerito, l’aspartame è rapidamente metabolizzato nei suoi tre componenti: Acido aspartico, Fenilanina e Metanolo. Questi prodotti del metabolismo sono stati spesso oggetto di discussione riguardo la potenziale tossicità.

L’aspartame produce circa il 10% di metanolo (una sostanza tossica) in peso rispetto alla dose ingerita, un valore, questo, ben al di sotto di quello assunto mediante il consumo di frutta, verdura e succhi. Tuttavia, molte delle controversie sulla presunta neurotossicità dell’aspartame (turbe dell’equilibrio, disturbi dell’umorenauseacefalea, visione indistinta) riguardano proprio la liberazione di metanolo; i più a rischio sarebbero i bambini. La tossicità dell’aspartame è ancora in dubbio, ma viene spesso sostituito con altri dolcificanti, come il sucralosio.


E’ facile dedurre da questi pochi esempi fatti che è fondamentale leggere le etichette degli alimenti ed usare piu’ possibile prodotti freschi che subiscono meno possibile trattamenti industriali.

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